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Filosofia Teoretica I Anno accademico 2000/2001 Problemi di filosofia della percezione (dott. Paolo Spinicci) Indice degli argomenti trattati |
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I punti sotto elencati costituiscono un indice non esauriente degli argomenti su cui ci si è soffermati durante il corso e una mappa delle possibili domande di esame. |
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A. |
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1. Vi sono davvero problemi filosofici della percezione? 2. Non esiste una teoria filosofica della percezione. 3. Teorie esplicative e problemi descrittivi. 4. I problemi filosofici della percezione sono problemi concernenti il senso che attribuiamo ai concetti che della percezione ci parlano. 5 Una proposizione di Wittgenstein: al filosofo non interessa la natura dei processi percettivi, ma il concetto di visione e il posto che esso occupa nel contesto degli altri concetti d’esperienza. 6. Cenni sul modo in cui intendiamo leggere il Saggio. |
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B. |
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1. La percezione come evento da spiegare e come esperienza da descrivere. Linguaggio causalistico e linguaggio intenzionale. 2. La peculiarità della prospettiva di Locke: il metodo storico e piano e la teoria causalistica della percezione. 3. Percezione e consapevolezza. Perché non esistono percezioni inconsce. Consapevolezza e teoria della mente. Percezione, consapevolezza e causalità. 4. Excursus: la teoria lockeana dell'identità personale. 5. Percezione e idee. Che cosa sono le idee. Una definizione lockeane: le idee "non sono null’altro che percezioni attuali nella mente e che cessano di essere alcunché non appena non abbiamo più percezione di esse". 6. Le idee come oggetti e come oggetti della mente. Il nesso tra la concezione causalistica della percezione e la sua grammatica: le idee sono oggetti della mente perché sono effetti della realtà esterna. 7. Quattro ragioni a favore della tesi di Locke: 1) l'oggetto percettivo è diverso dall'oggetto della fisica; 2) l'oggetto può essere percepito e non esistere; 3) l'oggetto percepito può non esistere più da tempo; 4) la percezione implica un processo di cui che si conclude nella soggettività. |
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C. |
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1. Il concetto di sensazione e le idee. 2. Idee semplici e idee complesse. Ragioni di questa distinzione. La percezione delle cose deve ricondurci alla percezione delle idee. Le idee come costituenti semplici dell'esperienza. 3. Esperienza e linguaggio mentale. Le idee semplici come termini semplici. Le idee semplici come condizioni della sensatezza delle idee complesse. La semplicità delle idee come presupposto logico. Il presupposto descrittivo della non analizzabilità delle sensazioni: il qui ed ora di ogni singola sensazione come paradigma della semplicità. 4. Semplicità e complessità sul terreno dell'esperienza e sul piano ontologico. Il nostro sistema percettivo agisce rendendo discrete le informazioni che trae dal continuum ipotetico dell’oggetto. L'esperienza come esperienza umana. Ragioni teoriche ed etiche. Excursus: l'esperimento mentale di Nagel e il riso di Democrito. |
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D. |
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1. "Simple ideas, the materials of all our knowledge". Il contenuto intuitivo e sensibile delle idee e il loro contenuto cognitivo. Difficoltà di tracciare questa distinzione nel contesto lockeano. 2. Che cosa significa la parola "rosso". L'idea del rosso e l'esperienza percettiva del rosso. Che cosa sa del rosso un cieco. Grammatica del colore e datità sensibile. Accenno ad una possibile considerazione critica. 3. Il problema di Molyneux. Quattro possibili risposte al problema. Differenza qualitativa e correlazione analogica. La risposta di Locke si orienta verso la tresi della correlazione analogica. Difficoltà di conciliare la risposta lockeana con la grammatica filosofica del concetto di idea. |
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E. |
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1. Le idee come oggetti mentali e il problema del riferimento. 2. Le idee non sono raffigurazioni di…, ma hanno un riferimento solo in virtù della loro natura di effetti. Cartesio e Locke sulle idee vere e false. Raffigurazione e somiglianza. Relazione di somiglianza e relazione di causalità. Perché la relazione di causalità può rendere conto del riferimento obiettivo delle idee nel contesto lockeano. 3. Il concetto di power. I poteri e la struttura relazionale della percezione. Poteri nelle cose e fondamento dei poteri. Aggettivi determinanti, limitanti e modificanti. 4. Referenza e sintassi nel linguaggio mentale. L'analogia con il pentagramma. Limiti di applicabilità di quest'immagine. 5. Il concetto di sostanza. Non vi è una manifestazione sensibile dell’unità sostanziale. La sostanza non è un’idea in senso lockeano, ma è parte dell’ipotesi di raccordo tra il piano ideale e il piano reale. Il concetto di causalità come relazione ontologica e come nesso tra idee. |
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F. Testo di riferimento: |
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1. Il problema della relazione tra idee e mondo e la distinzione tra qualità primarie e secondarie. Ragioni che sembrano giustificare questa distinzione. 2. Qualità secondarie e qualità terziarie. L'asimmetria tra qualità e primarie e secondarie. 3. Le qualità secondarie sono qualità che ci parlano del rapporto della cosa con il soggetto esperiente. Le qualità secondarie e le determinazioni relazionali. Qualità secondarie e poteri. Qualità primarie e fondamento dei poteri. |
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G. |
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1.Riflessioni su una proprietà primaria particolare: la solidità. Qualità primarie e molteplicità delle fonti di accesso sensibile. Analisi delle tesi lockeane sulla solidità. 2. Perché la solidità è una proprietà primaria peculiare. La tesi di Locke: la solidità è una proprietà tattile. Considerazioni critiche. Percezione sensibile e posizione di immagini. In che senso la solidità non è un contenuto d'esperienza. 3. Nuova discussione dello stesso tema: le "immagini" prospettiche. La strana favola di Reid e la geometria dei visibili. |
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H. |
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1. Considerazioni generali sul rapporto tra la filosofia della percezione e il linguaggio della Lebenswelt. 2. Tre diversi modi di intendere la natura dell'oggetto esperito: realismo fenomenologico, fenomenismo e realismo indiretto (rappresentazionalismo). Locke aderisce a quest'ultima tesi. 3. Due diverse forme di rappresentazionalismo. Il realismo fenomenologico non è in alcun modo in contrasto con la tesi secondo la quale vi sono diversi livelli di rappresentazione degli input sensibili che preparano il risultato percettivo cosciente. Il realismo fenomenologico è invece non conciliabile con la tesi secondo la quale l'oggetto immediato e consapevole della percezione è un'idea. 4. Obiezioni alla teoria causalistica della percezione: il nesso causale non definisce in modo univoco quale sia il referente di ogni singola idea. 5. Obiezioni alla teoria causalistica della percezione: si può davvero sostenere che non vi è differenza tra sostenere che A è in una peculiare relazione causale con B (la relazione reale da cui dipende il percepire) e che A è percettivamente noto a un soggetto che ha B come sua parte reale? 6. Un'ipotesi irreale: se il mondo cambiasse e le nostre percezioni restassero le stesse? Rappresentazionalismo e scetticismo. |
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I. |
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1. Gli argomenti di Locke a favore della teoria causalistica. Ragioni che rendono poco stringente l'argomento che dalla passività dell'esperienza muove al suo essere effetto di una causa esterna. 2. Considerazioni sulla nozione di idea. Differenze notevoli tra la grammatica delle sensazioni e la grammatica degli oggetti percepiti. 3. Una riflessione di Wittgenstein: lo strano gioco del coleottero. |
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L |
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1. Riflessioni sulla legittimità di assumere come metro per orientarsi il terreno della Lebenswelt. 2. L'universo percettivo e l'universo fisico. Che cosa rende il mondo della nostra esperienza percettiva insensibile ai progressi della conoscenza. 3. Sapere e percepire. 4. È davvero possibile abbandonare l'universo percettivo? L'esperienza percettiva e il terreno delle certezze. |
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M. |
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1. Analisi degli argomenti che Locke propone per supportare la riconduzione dell'oggetto percepito al concetto di idea (vedi B, 7). 2. Critica del principio di oggettualità fenomenica. L'argomento dell'illusione poggia su una falsa equivalenza: percepire un remo che appare spezzato non significa asserire di un oggetto apparente che è spezzato. 3. Riflessioni sulla nozione di oggetto apparente. Percepire così e percepire qualcosa: analisi delle condizioni che ci permettono di dire che percepiamo qualcosa (fatto così e così) quando percepiamo così. 4. Considerazioni sul problema delle illusioni ottiche. Le illusioni ottiche e la natura umana. Ancora sui due significati insiti nel concetto di percezione. |
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N. |
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1. Gli argomenti di Locke tratti dalla distinzione tra qualità primarie e secondarie non sono cogenti. Perché non è vero che "rosso" significhi "rosso per me". 2. Alcune ragioni per dubitare che il mio vedere che la neve è bianca sia soltanto un criterio per affermare che la neve è bianca. 3. La distinzione tra qualità primarie e secondarie non è una buona ragione per dedurre la natura mentale dell'oggetto percepito. Ciò non toglie tuttavia che questa distinzione abbia dalla sua buone ragioni. Una proposta di lettura: le riflessioni husserliane sul concetto di cosa materiale come luogo per una diversa impostazione del problema delle qualità secondarie |
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O. |
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1. Il tema husserliano della costituzione della cosa materiale. Genesi ideale e chiarificazione concettuale. Il disegno filosofico complessivo: delineare i concetti elementari su cui si fondano le scienze naturali e le scienze dello spirito. 2. La cosa materiale e il concetto di natura. Unità essenziale del concetto di natura. Tentativo di una sua definizione. 3. Gli atti teoretici come atti obiettivanti. Duplice significato dell'obiettivazione. Atti valutativi e atti tetici. Il rimando alle mere datità sensibili come fondamento del concetto di natura. 4. Atti teoretici ed atteggiamento teoretico. |
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P. |
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1. La cosa materiale ha un posto nel tempo. E nello spazio. Spazio ed estensione. Il concetto di Raumkörperlichkeit. 2. La frazionabilità come caratteristica peculiare delle cose materiali. Perché l'estensione non è una proprietà tra le altre. 3. Il concetto di sostanza e il concetto di estensione. La distinzione fenomenologica tra qualità primarie e secondarie. 4. Cose estese e cose reali. Realtà e causalità. 5. La cosa e gli schemi sensibili. Gli schemi sensibili e la loro dipendenza dal contesto. 6. Forme di manifestazione della cosa e contesto causale. Gli oggetti reali sono oggetti che non sono riducibili al loro manifestarsi così come di fatto si manifestano alla soggettività che li esperisce. 7. Gli oggetti reali e la loro irriducibilità al modo della loro manifestazione. Nuova discussione del tema lockeano della solidità. 8. Accenno ai temi che avrebbero dovuto essere discussi. 9. Considerazioni conclusive. |
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