Mirio Cosottini

 

Mirio Cosottini si è diplomato in tromba all'Accademia musicale di musica nel 1992 e nel 1999 si è laureato in Filosofia all'Università di Firenze. Membro fondatore del gruppo Timet, si è dedicato alla composizione, all'analisi e teoria della musica e all'improvvisazione. Nel 2005 ha fondato con Alessio Pisani del GRIM. Dal 2005 insegna improvvisazione presso il Conservatorio di Padova. E' autore del volume "Playing with silence" (Mimesis, 2015). Collabora con la rivista De Musica.


 

"Il mio incontro con Mirio Cosottini è dovuto anzitutto ad un ritratto. Nella sua raccolta di splendidi disegni di filosofi e scienziati, Silvia Vizzardelli, nostra comune amica, riconobbe il mio volto. Ed egli venne appositamente a donarmelo durante il mio soggiorno romano (2015), e in quell'occasione ebbi la possibilità di conoscerlo personalmente.

 

Ma non basta. Qualche hanno dopo, nel novembre del 2018, ricevo un secondo ritratto, non meno espressivo del precedente, anzi di più. Che dire? Egli si ricorda di me, quanto io mi ricordo di lui.


 

Mirio Cosottini ha molte virtù: oltre che essere uno straordinario improvvisatore di tromba, a cui riesce ad imprimere una impronta personalissima, compositore e teorico della musica con interessi filosofici, Mirio Cosottini ha infatti le mani di un Maestro del disegno - è come se fosse uscito dalla culla con quelle mani. Chiunque può rendersene conto visitando il sito internet in cui i suoi disegni vengono esposti.

Il nostro incontro romano ebbe un seguito. Mi viene voglia di raccontarlo cominciando con il dire: "C'era una volta ....un re!... No, ragazzi, avete sbagliato". C'era una volta Radicondoli, e c'è ancora. E' un paese che ha un nome che starebbe bene in una fiaba. Esso si trova in cima ad una collina toscana, nel senese, circondato da boscaglie fitte fitte, in cui forse si potrebbero celare alla vista lupi cattivi e volpi astute: ma nello stesso tempo, se ti guardi intorno scoprirai su un altro versante una campagna ordinata e coltivata in maniera rasserenante. In questo luogo si tiene un festival - sì, in questo minuscolo angolo bello di una bella Italia antica, tra fine luglio e inizio agosto si fa musica e teatro, al chiuso e all'aperto. E Mirio Cosottini, che del festival è uno dei protagonisti, mi invitò - siamo nel 2015 - a Radicondoli.

Andai. Rimasi due giorni soltanto, i primi due giorni di agosto. La sera del mio arrivo il concerto si teneva in uno scantinato chiamato Le Scuderie. Luogo seducente - lasciato come era un tempo, con il soffitto a volta di mattoni allo scoperto, illuminato appena con la luce regolata da una regia accorta. A destra Monica Demuru, passionale lettrice di testi dell'Abbé Pierre, che a tratti prorompeva in un canto emotivamente dirompente. Come emotivamente dirompente era la tromba di Mirio che interveniva tra l'una e l'altra lettura, con un suono che faceva corpo con il suo corpo, la cui mobilissima ombra, che seguiva nei suoi movimenti il dispiegarsi dei suoni,  veniva proiettata sul soffitto a volta - un fascino nel fascino di una serata che sarà per me difficile dimenticare.

 

Ma il giorno dopo mi attendeva un'altra esperienza che desidero rendere pubblica anche per onorare il coraggio, l'inventività e la cultura degli organizzatori di questo Festival.

Mi è accaduto certo di assistere a concerti all'aperto, ma mai avevo visto un pianoforte a coda su una pietraia, in una fattoria da raggiungere attraverso quei folti boschi sullo sfondo di un cielo e di uno scenario che pareva di pura fantasia. A Radicondoli questo è accaduto: il concerto tenuto da Mirio, che si alternava alla tromba ed al pianoforte, e che proponeva cantando egli stesso i suoi "Mantras", si tenne il 2 agosto 2015. Il paese lontano, visto di qui, ancor più sembrava appartenere al mondo delle fiabe.


 

 

 

Il sole al tramonto tingeva di rosa le nubi - e venne sera. La luna si levò rispecchiandosi in uno stagno lì presso".

 

 

G.P. 30 agosto 2015-19 novembre 2018