Il musicista Mirio Cosottini ha scritto, come Tesi di Dottorato, il seguente testo:
Fenomenologia dell’improvvisazione musicale La prospettiva del performer (PDF integrale)
"Dopo anni di pratica attiva come musicista, ho maturato alcune convinzion idi natura pedagogica, estetica e filosofica intorno al tema della musica ed all’improvvisazione musicale. Sebbene tali convinzioni facciano capo a settori disciplinari distinti, esse influenzano congiuntamente la pratica musicale e la costituzione di ciò che intendiamo per “essere musicista”. D’altra parte questo lavoro non prende in considerazione tutti questi aspetti, ma si sofferma sul rapporto fra musica e improvvisazione dal punto di vista filosofico", dichiara l'autore, che ha inoltre pubblicato Metodologia dell'improvvisazione strumentale. Tra linearità e nonlinearità e Playing with Silence. Introduction to a Philosophy of Silence.
In "Fenomenologia dell'improvvisazione musicale" risuona la posizione teoretica di Giovanni Piana: "E' stata in particolare la lettura di alcuni testi di Alessandro Bertinetto e di Giovanni Piana a convincermi del fatto che una sintesi fenomenologica del mio pensiero fosse praticabile e auspicabile".
Tra di loro è nato poi un dialogo diretto, con vari scambi epistolari, tra cui questa, nella quale Piana scrive: "Ho letto il tuo libro con grande attenzione e con grande interesse (cosa che, ti confesso, in questi tempi mi accade di rado) e ti dirò subito che ne è valsa la pena... L'orientamento fenomenologico è lucidamente presente, e non in maniera passiva, ma creativa e innovativa...Naturalmente tu ben mi conosci, e la nostra ormai lunga amicizia, anche se purtroppo poco frequentata, mi consente di dar fiato a tutte le mie trombe, sia per le approvazioniche per le perplessità, le domande, i dubbi, o momenti di dissenso. Del resto io lo dico spesso: le critiche sono feconde, dànno da pensare; le lodi lasciano le cose come stanno".
Nella lettera, Piana commenta il ragionamento di Cosettino sullo "stay in moment: un problema che peraltro mette in questione (anche se con un’abilità veramente ammirevole) non solo la problematica strettamente musicale, ma l’idea husserliana del presente. La concezione a cui tu aspiri, sia pure copertamente, mi sembra sia una sorta di annientamento del fluire temporale che faccia sorgere il suono da un buco. Un ritorno all'istante!"
La lettera è del 2018, ma il loro dialogo era per altro già nato da tempo, come mostra anche questo articolo dello stesso Piana.