La pittura di Mondrian e la musica a confronto
in "Amadeus", aprile 1995
Giovanni Piana Professore di Filosofia teoretica all'Università di Milano, è autore di pubblicazioni sul pensiero di Husserl e Wittgenstein e di un importante saggio sulla filosofia della musica. Per le Edizioni Guerini e Associati dirige Sensibilia, una collana attenta ai temi d'estetica, che ha esordito l'edizione della Teoria della visione del filosofo settecentesco George Berkeley , e ora vede come secondo titolo un saggio dello stesso Piana, Mondrian e la musica. Il grande pittore olandese lasciò una serie di scritti teorici che, senza essere dei veri trattatelli filosofici, e senza stabilire una connessione meccanica fra riflessione teorica e arte pittorica, sono tuttavia importanti per la cmnprensione della sua creazione artistica.
Piana, lettore sensibile e acribico a un tempo, fa emergere da questi scritti snodi concettuali che chiariscono la posizione intellettuale di Mondrian, il senso della sua pittura e il rapporto profondo di essa con la musica. La prima parte del volume considera il particolare astrattismo di Mondrian e analizza gli elementi che nello stesso tempo negano e costruiscono la “forma”: le linee e la loro connessione con lo spazio; il colore che aborre ogni sfumatura; gli spunti paesaggistici nei quali il dettaglio è più importante dell'insieme.
Nella seconda parte – in cui trova spazio un capitolo che confronta concetti espressi da Mondrian e dal compositore Varèse e ne mette in luce la somiglianza - l’autore considera le ripercussioni dell'idea di “astrattismo” sulla musica: nella speculazione di Mondrian, privilegiata sarà una musica “lineare”, ossia semplice, assolutamente “oggettiva”, fatta di suoni poveri d'armonici, e attenta all'elemento rumoristico, agli apporti del jazz afro-americano, e alle danze, charleston e boogie woogie in testa. Il libro di Piana, chiaro e accattivante, è un esempio eloquente di quali frutti gustosi possa dare l'interdisciplinarità.