Luisa Antoni


Laureata in Estetica Musicale presso l'Università di Trieste, con una tesi su "Musica e filosofia nel ‘900: Pierre Boulez" e con tesi di master su "La via di Ansermet nella fenomenologia della musica contemporanea" presso l'Università di Lubiana, Luisa Antoni è  diplomata in pianoforte presso il Conservatorio di Trieste. Ha vinto borse di studio in Italia, Slovenia, Danimarca e Usa. Dal 1990 collabora con trasmissioni radiofoniche della RAI di Trieste, con la RTV Slovenija e con la RTV Koper - Capodistria. Ha insegnato storia della musica presso la Scuola di Musica "E. Komel" di Gorizia, la Glasbena Matica di Trieste e presso la scuola statale superiore di musica di Koper-Capodistria. Attualmente è redattrice di musica classica presso la TV Capodistria. È autrice di diversi libri e saggi sulla storia della musica di Trieste e sull’estetica musicale.


Nel suo volume "Antonio Banfi e la sua "scuola" tra filosofia e musica" (Trauben, Torino, 2010) viene per la prima volta illustrato, con grande competenza e limpidezza,  il rapporto di Banfi e della sua scuola con la musica e la riflessione filosofica su di essa. Nel capitolo dedicato a Enzo Paci, analizzando il saggio "Annotazioni per una fenomenologia della musica", mette in particolare in rilievo (a p. 190-191) l'importanza data in Paci alla tematica dell'irreversibilità temporale e aggiunge che

"Accanto all'irreversibilità Paci pone la sensazione che ha come sua caratteristica la passività: "io non ho le sensazioni che voglio avere, e le ho così come mi si danno". Paci svolge le sue considerazioni affermando che l'irreversibilità temporale e la passività sensitiva sono "le condizioni stesse di qualsiasi struttura". Così descrive questo nodo problematico:"[...] ogni modo del tempo è una modificazione della percezione originaria del presente che viene trattenuta nella ritenzione, così come la percezione futura viene attesa nella protensione. Ciò che viene ritenuto permane nel presente insieme alle nuove percezioni che non sempre confermano l'attesa, ma che sono sempre, in vario modo, in un rapporto strutturale con le percezioni ritenute e anche con quelle passate e obliate e poi riprese nella rimemeorazione, così come sono in rapporto con una anticipazione immaginativa che va molto più in là, verso il futuro, della protensione". Questa sintetica descrizione è una prima piattaforma analitica, da cui partire per svolgere un'analisi puntuale del fare musicale, così come se ne occupato alcuni decenni dopo Giovanni Piana, allievo di Paci e uno dei pensatori più interessanti che si occupino oggi dell'universo musicale".

In nota Luisa Antoni aggiunge: "Le analisi portate avanti da Piana rappresentano una importante evoluzione del pensare la musica 'colta' oggi". [2015]