Fondo Elvira Gandini |
Pagina 1 di 6 Il Fondo fu donato all’Università degli Studi di Milano nel 2009 dalla famiglia Carati. Si tratta di dispense originali dattiloscritte dei corsi di Estetica tenuti presso l’Università degli Studi di Milano dal prof. Giuseppe Antonio Borgese negli anni accademici dal 1927 al 1931. Le dispense appartenevano ad Elvira Gandini (Milano, 1908-2005), amica di Antonia Pozzi e insegnante di Fulvio Papi. La dott.ssa Gandini frequentò, insieme alla poetessa milanese, l’ultimo corso che Borgese tenne in Italia, prima di partire per l’America a seguito del suo rifiuto di giurare fedeltà al regime fascista. Dopo la morte della Gandini i figli, Cesarina, Filippo e Virgilio Carati, rinvennero le dispense e tramite la professoressa Graziella Bernabò entrarono in contatto con il prof. Gabriele Scaramuzza dell’Università degli Studi di Milano. La famiglia Carati infatti conobbe la professoressa Bernabò in occasione dell’uscita del suo libro “Per troppa vita che ho nel sangue. Antonia Pozzi e la sua poesia”, una biografia della poetessa milanese che era stata rivista da Elvira Gandini. Fu in quella circostanza che la Bernabò venne a conoscenza delle dispense di Borgese e fu lei ad incentivarne la donazione all’Università. Le dispense sono conservate e consultabili presso la Biblioteca di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Il fondo è stato completamente digitalizzato con l’intento di valorizzare al meglio le dispense, conservare il fragilissimo materiale cartaceo e facilitarne l’uso ai ricercatori. La conversione ha previsto il riversamento in formato digitale su DVD dei contenuti analogici del fondo. La versione digitalizzata include anche alcuni appunti manoscritti della dott.ssa Gandini rinvenuti fra le pagine delle dispense. Il trattamento catalografico inventariale è stato ultimato è i titoli sono stati resi accessibili tramite l’Opac di Ateneo. Inoltre è in corso il trattamento archivistico delle dispense grazie all’utilizzo del software Gea. Una volta completato l’inserimento, il Fondo sarà inserito nella base dati “Archivi del Novecento: la memoria in rete” del Consorzio Baicr-Sistema Cultura. (scheda a cura della dott.ssa Alessandra Severgnini)
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