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08 | 12 | 2024
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Fondo Elvira Gandini
Contenuto del Fondo
Biografia di Elvira Gandini
Biografia di Giuseppe Antonio Borgese
Concezione estetica di Giuseppe Antonio Borgese
Produzione letteraria di Giuseppe Antonio Borgese
Tutte le pagine

Il Fondo fu donato all’Università degli Studi di Milano nel 2009 dalla famiglia Carati.

Si tratta di dispense originali dattiloscritte dei corsi di Estetica tenuti presso l’Università degli Studi di Milano dal prof. Giuseppe Antonio Borgese negli anni accademici dal 1927 al 1931.

Le dispense appartenevano ad Elvira Gandini (Milano, 1908-2005), amica di Antonia Pozzi e insegnante di Fulvio Papi. La dott.ssa Gandini frequentò, insieme alla poetessa milanese, l’ultimo corso che Borgese tenne in Italia, prima di partire per l’America a seguito del suo rifiuto di giurare fedeltà al regime fascista.

Dopo la morte della Gandini i figli, Cesarina, Filippo e Virgilio Carati, rinvennero le dispense e tramite la professoressa Graziella Bernabò entrarono in contatto con il prof. Gabriele Scaramuzza dell’Università degli Studi di Milano.

La famiglia Carati infatti conobbe la professoressa Bernabò in occasione dell’uscita del suo libro “Per troppa vita che ho nel sangue. Antonia Pozzi e la sua poesia”, una biografia della poetessa milanese che era stata rivista da Elvira Gandini. Fu in quella circostanza che la Bernabò venne a conoscenza delle dispense di Borgese e fu lei ad incentivarne la donazione all’Università.

Le dispense sono conservate e consultabili presso la Biblioteca di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano. Il fondo è stato completamente digitalizzato con l’intento di valorizzare al meglio le dispense, conservare il fragilissimo materiale cartaceo e facilitarne l’uso ai ricercatori. La conversione ha previsto il riversamento in formato digitale su DVD dei contenuti analogici del fondo.

La versione digitalizzata include anche alcuni appunti manoscritti della dott.ssa Gandini rinvenuti fra le pagine delle dispense.

Il trattamento catalografico inventariale è stato ultimato è i titoli sono stati resi accessibili tramite l’Opac di Ateneo.

Inoltre è in corso il trattamento archivistico delle dispense grazie all’utilizzo del software Gea. Una volta completato l’inserimento, il Fondo sarà inserito nella base dati “Archivi del Novecento: la memoria in rete” del Consorzio Baicr-Sistema Cultura.

(scheda a cura della dott.ssa Alessandra Severgnini)



Contenuto del Fondo

Il fondo si articola in sette dispense dei quattro Corsi di estetica che il prof. Giuseppe Antonio Borgese tenne all’Università degli Studi di Milano negli anni accademici dal 1927 al 1931. Ogni corso è strutturato in: lezioni del martedì, lezioni del mercoledì ed esercitazioni del giovedì.

La biblioteca di Filosofia non possiede tutte le dispense ma solo quelle appartenute ad una delle studentesse di Borgese, Elvira Gandini, donatrice del Fondo stesso.

Le dispense, tutte dattiloscritte, contengono anche alcuni appunti e note della Gandini.

Qui di seguito il catalogo:

Corso di estetica : 1927-1928 / G. A. Borgese ; [raccolte] a cura di G. Tagliabue. - Milano : Litografia Capra, [dopo il 1927]. - 196 p. ; 25 cm. ((Tit.: Dal neoclassico al romantico : lezioni del martedì.

Inventario: 179 23996

Collocazione: 3L. EG. 01

Note: 1 v.: lacunoso da pag. 81 a pag. 96 ; consultabile in formato digitale

Del romanticismo francese nella seconda metà dell'ottocento e nel primo novecento : [1927-1928] : lezioni del mercoledì / G. A. Borgese. - [s.l. : s.n., dopo il 1927]. - 138 p. ; 25 cm.

Inventario: 179 23999

Collocazione: 3L. EG. 02

Note: 1 v. ; manca front. ; consultabile in formato digitale

Lezioni di estetica : Posizioni verso il Croce, posizioni verso il Manzoni : 1929-1930 (anno 8.) / tenute da G. A. Borgese ; raccolte a cura di M. Gorra. - Milano : Tip. Mariani, [dopo il 1929]. - 199 p. ; 25 cm. ((In test. al front.: Regia Università di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia.

Inventario: 179 24000

Collocazione: 3L. EG. 03

Note: 1 v. ; consultabile in formato digitale

Lezioni di estetica : Arti poetiche : 1929-1930 (anno 8.) / tenute da G. A. Borgese ; raccolte a cura di M. Gorra. - Milano : Tip. Mariani, [dopo il 1929]. - 144 p. ; 25 cm. ((In test. al front.: Regia Universita di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia.

Inventario: 179 24001

Collocazione: 3L. EG. 04

Note: 1 v. ; consultabile in formato digitale

Lezioni di estetica : Lineamenti di storia della critica : 1930-1931 (anno 9.) / tenute da G. A. Borgese ; raccolte a cura di S. Spellanzon. - Pavia ; Milano : Bruni-Marelli, [dopo il 1931]. - 442 p. ; 25 cm. ((In test. al front.: Regia Università di Milano.

Inventario: 179 24026

Collocazione: 3L. EG. 05

Note: 1 v. ; consultabile in formato digitale

Lezioni del mercoledì : [1930-31] / G. A. Borgese. - [s.l. : s.n., 19..]. - 148 p. ; 25 cm.

Inventario: 179 23691

Collocazione: 3L. EG. 06

Note: 1 v. ; manca front. ; consultabile in formato digitale

[Esercitazioni : 1930-1931 : dispense a cura di G. A. Borgese] . - [s.l. : s.n., dopo il 1930]. - 189 p. ; 25 cm.

Contiene: Laura Badoni "Rainer Maria Rilke"; Alfredo Puerari "Correnti del teatro simbolista francese"; Lucia Bozzi "Aspetti dell'estetica tedesca negli ultimi trent'anni"; Livia Camerini "L'espressionismo tedesco"; Maria Luisa Gengaro "Il futurismo e movimenti analoghi"; Rosa Del Conte "Renato Serra e la seconda voce".

Inventario: 179 24029

Collocazione: 3L. EG. 07

Note: 1 v.: lacunoso da pag. 1 a pag. 56 ; manca front.; consultabile in formato digitale



Biografia di Elvira Gandini

Le dispense donate alla Biblioteca di Filosofia appartennero ad Elvira Gandini (Milano, 1908-2005), amica di Antonia Pozzi e insegnante di Fulvio Papi. La dott.ssa Gandini frequentò, insieme alla poetessa milanese, l'ultimo corso che Borgese tenne in Italia prima di partire per gli Stati Uniti.

Studentessa del Ginnasio presso l'Istituto Suore Orsoline di Milano e del Classico al Liceo Manzoni, Elvira Gandini si laureò in Lettere antiche presso l'Università di Milano nell'a.a. 1930/1931 con una tesi sul Romanticismo tedesco. Relatore della tesi fu proprio il prof. Giuseppe Antonio Borgese.

Negli stessi anni si recò in Germania dove raccolse materiale per la sua tesi all'Università di Monaco ed ebbe modo di imparare il tedesco. Dopo la laurea iniziò subito ad insegnare presso l'Istituto delle Suore Orsoline, occupazione che mantenne fino al matrimonio che avvenne nel 1937. In quell’anno lasciò l'insegnamento e si dedicò alla famiglia e ai tre figli, Cesarina, Filippo e Virgilio.

Nel periodo della guerra visse in Valtellina dove probabilmente strinse dei contatti con la giornalista Camilla Caderna.

Nel secondo dopoguerra tornò a vivere nel capoluogo Lombardo e ricominciò a insegnare, prima al Liceo Carducci e poi all'Istituto Tecnico Feltrinelli.

In quegli anni si occupò anche della formazione delle suore, insegnando greco e latino alle future insegnanti.

Con Antonia Pozzi condivise l’amore per l’alta montagna. Questa sua passione la portò a stringere un’importante amicizia con il filosofo Gustavo Bontadini.

Nel 2004 collaborò con la professoressa Graziella Bernabò all'uscita del libro "Per troppa vita che ho nel sangue. Antonia Pozzi e la sua poesia".

(scheda a cura della dott.ssa Alessandra Severgnini)



Biografia di Giuseppe Antonio Borgese

Giuseppe Antonio Borgese nacque a Polizzi Generosa il 12 novembre 1882, e morì a Fiesole il 4 dicembre 1952.

Nel 1900 si iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo per poi passare, nel successivo anno accademico, all’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Qui fu allievo di Girolamo Vitelli e di Pio Rajna. Si laureò in Lettere nel 1903 con una tesi di laurea dal titolo Storia della critica romantica in Italia che venne pubblicata da Benedetto Croce nelle Edizioni della Critica a Napoli nel 1905.

Ricordiamo che Borgese fu il primo in Italia ad ottenere una cattedra universitaria all’età di ventisette anni. Iniziò, infatti, la sua carriera come docente di Storia della Letteratura Tedesca presso l’Università di Torino nell’anno accademico 1909/1910. Insegnò, poi, all’Università di Roma nell’anno accademico 1910/1911. Nell’anno accademico 1917/1918 passò all’Accademia di Scienze e Lettere di Milano, in quanto sede da lui richiesta, come docente della stessa disciplina.

L’intervento di Piero Martinetti portò, in seguito, al suo passaggio a docente di Estetica e Storia della Critica nell’anno accademico 1926/1927, e la cattedra di Storia della Letteratura Tedesca passò così a Vincenzo Errante. Nell’ateneo milanese la cattedra di Estetica e Storia della Critica fino a quel momento non esisteva, ed era stata istituita con un anno di ritardo rispetto a quando si sarebbe dovuto a causa del fatto che il progetto era stato inizialmente respinto. Nell’anno accademico 1925/1926 i titolari delle discipline filosofiche furono Giuseppe Zuccante, per la cattedra di Storia della Filosofia, e Piero Martinetti, che copriva l’insegnamento di Filosofia. L’anno dopo si aggiunse, quindi, la cattedra di Estetica e Storia della Critica di Giuseppe Antonio Borgese.

L’ultimo corso di Borgese, prima della sua partenza per l’America, è stato tenuto nell’anno accademico 1930/1931. Nel 1931, infatti, spinto dalla volontà di sottrarsi – anche se non ufficialmente – al giuramento di fedeltà al fascismo richiesto ai docenti universitari, e in seguito alle minacce e a gli attacchi fascisti a lui e ai suoi studenti, Borgese prese la decisione «per ragioni extrauniversitarie», di abbandonare l’Italia per trasferirsi negli Stati Uniti. Nel frattempo, la supplenza della cattedra di Estetica fu affidata a Antonio Banfi.

Ecco che allora nel luglio 1931 Borgese si imbarcò, e come primo incarico gli fu assegnata la cattedra di Storia della critica ed estetica presso l’Università di Berkeley. Dal 1932 al 1936, Borgese fu allo Smith College di Northampton nel Massacchusset come docente di Letteratura Comparata e Italiana, e dal 1936 al 1948 coprì la cattedra di Storia della Letteratura Italiana alla University of Chicago.

Negli Stati Uniti incontrò Thomas Mann al quale si legò con vincoli di amicizia. Innamoratosi di Elisabeth Mann, figlia dello scrittore tedesco, chiese il divorzio dalla prima moglie, la letterata e poetessa Maria Freschi dalla quale aveva avuto due figli, Leonardo e Giovanna, e sposò in seconde nozze Elisabeth.

Al suo ritorno in Italia nel 1949 non ricoprì immediatamente un incarico accademico. Fu un ritorno “isolato”, così come lo definisce lui stesso. Borgese riprese poi a insegnare presso l’Università degli Studi di Milano a partire dal successivo anno accademico. Alla sua morte la cattedra di Estetica passò per incarico a Guido Morpurgo Tagliabue, che la tenne dal 1952 al 1965.

Ricordiamo che, con l’istituzione della cattedra di Estetica e Storia della Critica all’Università degli Studi di Milano, avvenuta nel 1926, Borgese passò da Filologia Moderna a Filosofia. Proprio in quell’anno, nel 1926, Borgese scrisse per il VI Congresso Nazionale di Filosofia, tenutosi nel Marzo 1926, e presieduto da Piero Martinetti, il saggio intitolato Figurazione e trasfigurazione. Questo scritto venne pubblicato in seguito sul settimanale “La Fiera Letteraria” nel maggio 1926.

(scheda a cura della dott.ssa Michela Ferri)



Concezione estetica di Giuseppe Antonio Borgese

Il testo di Borgese intitolato Poetica dell’unità può essere considerato il sommario della sua concezione estetica e del suo metodo critico. Questo libro apparve per la prima volta nel 1934; conteneva cinque saggi di teoria critica e di estetica che erano stati a loro volta già pubblicati in varie riviste dal 1903 al 1926. I due saggi Metodo storico e metodo estetico e Immagine e parola furono pubblicati in appendice al testo. Immagine e parola costituisce una breve incursione nel campo della linguistica. Borgese non si riprometteva tanto di indagare l’origine della parola, quanto di studiare lo stratificarsi del linguaggio a tre livelli: al livello del bambino, la cui parola indica l’immagine singolare; al livello dell’uomo comune, la cui parola tende a spostarsi dal particolare all'astrazione senza mai definirla; e infine al livello dello scienziato, che crea un linguaggio artificiale adatto e capace di astrarre e generalizzare. Il poeta sarebbe stato, per il suo uso della parola, più prossimo al livello dell’uomo comune. Il saggio era un tentativo di mediazione tra la teoria del linguaggio intravista da Vico e la teoria di Bergson. Il saggio Metodo storico e metodo estetico, divenuto poi grazie ad una leggera modifica del titolo Metodo storico e critica estetica, mostrava chiaramente che l’autore si era imposto una chiarificazione del problema del metodo e della teoria critica. Borgese qui spalancava le porte alla concorrenza tra critico e artista. Il critico non sarebbe più stato artifex additus artefici, bensì artifex oppositus artefici. Con la riedizione critica ecco che ogni opera d’arte sarebbe nata a nuova vita. Per Borgese un’ipotesi di questo genere ha qualche probabilità di restare in piedi solo, però, nel caso in cui un critico geniale si incontri o si scontri con un poeta altrettanto geniale, e viceversa. Per quanto riguarda la riflessione sul metodo, egli pensava che questo non potesse non essere metodo storico, mentre la critica doveva restare critica estetica. La storia dell’arte doveva così avere per oggetto l’ordinamento nel tempo e nello spazio delle immagini dei miti e dei sentimenti destati in noi dai capolavori – con qualche assistenza biografica, ma senza confondere la natura ideale della storia con gli elementi esterni e accidentali delle opere.

(scheda a cura della dott.ssa Michela Ferri)



Produzione letteraria di Giuseppe Antonio Borgese

Borgese compose diverse poesie, che troviamo raccolte in La canzone paziente (Ricciardi, Milano 1910), Le Poesie (Mondadori, Milano 1922) e Poesie 1922-1952 (Mondadori, Milano 1952).

Scrisse due romanzi, Rubè (Treves, Milano 1921), e I vivi e i morti (Treves, Milano 1923), oltre a numerose novelle che raccolse nei due volumi intitolati Le novelle (Mondadori, Milano 1950). Tra queste ricordiamo in particolare La città sconosciuta del 1925, Le belle del 1927, Il sole non è tramontato del 1929, Tempesta nel nulla del 1931, Il pellegrino appassionato del 1933, La Siracusana del 1950.

Scrisse inoltre il saggio La tragedia di Mayerling (Treves, Milano 1925) sulla tragica morte per suicidio di Rodolfo d’Absburgo, arciduca ereditario d’Austria.

Per il teatro compose due drammi, L’Arciduca (Treves, Milano 1924) e Lazzaro (Treves, Milano 1925).

Anche l’attività giornalistica e politica di Borgese viene testimoniata in diverse pubblicazioni, come La guerra delle idee (Treves, Milano 1916), L’Italia e la nuova alleanza (Treves, Milano 1937), Goliath, the March of Fascism, (The Viking Press, New York 1937) e altri.

Tra i libri di viaggio si ricordano Autunno a Costantinopoli (Treves, Milano 1929), Giro lungo per la primavera (Bompiani, Milano 1930), Escursioni in terre nuove (Ceschina, Milano 1931)e Atlante americano (Guanda, Parma 1936).

(scheda a cura della dott.ssa Michela Ferri)

 
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