Filosofia e musica in Vladimir Jankélévitch (2017) di Federico Goldin
Elena Gigante, Del miraggio, della trasparenza. Le immagini sonore tra limite e sacro
http://quinteparallele.net/2017/06/19/musica-non-significa-niente-jankelevitch-filosofia/
La musica non significa niente
Sviluppo integrato e risorse del territorio: un caso di studio nel Piceno a cura di Francesco Adornato
La liminalità come dinamica di passaggio: la rivelazione come struttura ...Di Giuseppe Mazza
Tassonomia dei silenzi musicali, Pt. 1: Silenzi Primordiali
L’obiettivo di questo breve approfondimento è quello di proporre, sulla scorta di alcuni studi già esistenti (è possibile trovare, anche online, gran parte degli studi sul tema ad opera di Piana, Jankelevitch, Ferrari, Migliaccio, Clifton, Lissa, Margulis) e di una sistematizzazione originale, una tassonomia del silenzio,
LA FABBRICA DEI SOGNI Un’introduzione etnomusicologica al mainstream musicale hollywoodiano
Nella sua Filosofia della musica, mentre è impegnato a trattare di un concetto ambiguo, ma solo superficialmente compreso dai (numerosi) detrattori – la vexata quaestio dell’ineffabilità jankélévitchiana –, Giovanni Piana scrive: «Ciò che è ineffabile è ora un contenuto troppo grande per il contenente della parola, cosicché siamo qui alla presenza di una sovrabbondanza del senso, di un suo straripamento» (Piana, 1991 p. 317). E poi, tredici anni prima di Abbate (Abbate, 2004), egli afferma: «L’assenza di senso deve avere come contraccolpo l’eccesso di senso, l’insistenza su una nozione di segno il cui rapporto designativo si propone fin dall’inizio come un oscuro enigma prepara il balzo all’enfasi della cifra indecifrabile» (Ibidem, corsivo nostro).