Vincenzo Costa

 

Dopo la laurea conseguita presso l'Università degli studi di Milano nel 1989, Vincenzo Costa ha operato a Lovanio, presso l'Archivio Husserl (1991) in qualità di borsista ed ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia presso l'Università Cattolica di Milano (1996); presso la stessa Università è stato Ricercatore di Storia della filosofia, e poi Professore associato in Filosofia teoretica presso l'Università del Molise a partire dal 2005. Nel 2010 ha conseguito l'iodoneità di professore di prima fascia per settore di "Filosofia teoretica" ed è attualmente professore ordinario nella stessa disciplina presso l'Università del Molise.


 

"In una intervista a Vincenzo Costa, curata da Federiga Bongiorno intitolata "Leggere Husserl oggi" e pubblicata in www.filosofia.net, aprile 2014 si legge:

- D: Hai tradotto in italiano e/o curato l’edizione italiana di molti testi di Husserl (le Lezioni sulla sintesi passiva, le Idee, La cosa e lo spazio, Filosofia prima, solo per citare i maggiori): la domanda è dunque d’obbligo. Quale opera consideri come la più importante per la comprensione della fenomenologia husserliana, oggi?

R: A mio avviso, per la mia interpretazione e formazione, il testo fondamentale sono le Lezioni sulla sintesi passiva – il primo testo di Husserl che ho tradotto. Molte opere di Husserl sono concepite come introduzioni alla fenomenologia, mentre lì la fenomenologia è all’opera e ci sono parti di analisi fenomenologica fondamentali: sulla percezione, sulla memoria, l’inconscio,l’intenzionalità, la genesi e la struttura dello spazio. È anche, senza dubbio, il testo più difficile di Husserl, ma penetrarlo significa davvero riuscire a comprendere la fenomenologia, il suo senso filosofico – e di questo sono grato al mio maestro Giovanni Piana, che prediligeva nel suo insegnamento proprio quest’opera di Husserl. -

Questa testimonianza mi offre l'occasione non solo di rammentare  la generosità per la collaborazione intellettuale che Vincenzo Costa mi ha sempre concesso nella mia attività di ricerca e che è culminata con i suoi aggiornamenti ai miei Problemi della Fenomenologia, ma anche di manifestare la mia soddisfazione per aver avuto presso di me come allievi, e poi collaboratori e amici, persone di alta levatura come Vincenzo Costa: la molteplicità, la ricchezza di interessi, l'impegno culturale, in una parola: la sua statura di studioso  la si può ben apprezzare già dal curriculum  così come dall'elenco delle sue pubblicazioni. Fin dai primi inizi Vincenzo Costa ha dato un contributo importante alla conoscenza del pensiero fenomenologico con le notevoli traduzioni ricordate in questa intervista; in seguito ha preso una propria strada, estendendo il campo della riflessione fenomenologica attraverso Derrida, al quale ha dedicato numerosi scritti, e Heidegger. Altrettanto numerosi sono gli scritti dedicati all'esegesi di tematiche husserliane, soprattutto la teoria della riduzione e il problema del tempo e dello spazio, anche sotto il profilo storico-filosofico (rapporti con Stumpf, il neokantismo, Ebbinghaus, Hering, Rickert) illuminando aspetti poco noti. Tengo a sottolineare che la mia soddisfazione non è solo personale, ma è nello stesso tempo generalmente culturale, dal momento che tutti coloro che hanno operato in ambito universitario non possono che rallegrarsi per il fatto che l'insegnamento universitario si arricchisca con presenze significative, indipendentemente dalle 'scuole' e dagli indirizzi e orientamenti filosofici".

[G.P, 2017]