Nato a Pavia nel 1967 ha studiato filosofia all’Università degli Studi di Milano laureandosi con una tesi sul problema semantico nella musica di J.S. Bach. Dopo gli studi universitari si è accostato ai principali temi di knowledge management, ha approfondito i modelli organizzativi giapponesi e le tecniche di Total Quality. Ha ricoperto l’incarico di Responsabile del Personale e Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione nel settore metalmeccanico. Progressivamente ha intrapreso l’attività di formatore e consulente nell’ambito della gestione delle Risorse Umane. Ha affiancato la pratica della formazione e della consulenza con gli studi di Programmazione Neurolinguistica, conseguendo il diploma Master Advanced.
Commento a "Il fiore che restando passa"
Commento a "Serenata alla fanciulla dai capelli di lino"
Commento a "Il fiore che restando passa"
Sul "Fiore che restando passa"
7 gennaio 2013
" [...] L'inizio è subito molto intenso. Parte una voce singola, ma diventa quasi subito 'polifonia'. Mi piace moltissimo. La prima sensazione che provo è angoscia. E' molto dolorosa da sentire. Sembra che abbia a che fare con la mancanza di senso. Mi dice: ho l'ansia di cercare perché non ha senso quello che vivo. Mi ricorda la sensazione che provo quando suono (o ascolto) un brano per organo di Jehan Alain intitolato "De Jules Lemaître". Questo inizio mi sembra importante. Occupa uno spazio non da poco (dura quasi 4 minuti, su un brano 19 minuti circa) Mi sembra un preludio che ha un valore espressivo autonomo. Poi c'è quella che alle mie orecchie suona come una 'ricerca melodica'. Le melodie, anche quando formano polifonia, sono molto belle, a volte si aprono speranzose, a volte si chiudono, dolenti. Trovo un crescendo nell'intensità che culmina non nell'ultima frase, che invece è proprio dolorosa (con la voce maschile). Il maggiore pathos espressivo lo sento nella ripetizione (imitazione) del coro femminile che dice 'non ti scordar di me', in un diminuendo che diventa sempre più flebile, fino a sparire. Poi c'è questo contrasto giocato tra coro e singolo, che è molto cercato, secondo me. Ci sono parti monodiche e parti polifoniche che hanno un effetto espressivo potente. C'è una dimensione individuale ed una di gruppo. Infine sento pedali che preparano la fine, e il brano termina con una voce solista maschile, dolorosa, in 'forte', straziante, come dicevo[...]."
Sulla "Serenata alla fanciulla dai capelli di lino"
7 Mar 2015
[...]
ho ascoltato il tuo brano e mi sembra bellissimo. Forse è il più bel brano tuo che ho ascoltato.
Il primo minuto è fantastico, lirico, commovente, ispirato.
Mi piace totalmente. Mi emoziona, ecco tutto.
Grazie di avermelo mandato.
[...]
Mauro De Martini
26 dicembre 2015
[...]
"E' bello e molto angosciante. Il primo movimento crea tensione subito, con un basso inquietante che introduce un'atmosfera cupa e preoccupante. Poi l'ingresso esplicito degli archi che, un po' a orecchio, eseguono tanti intervalli eccedenti e diminuiti (magari mi sbaglio) e aumentano la sensazione di tormento e apprensione. Il secondo movimento è agitato. Dà un senso di burrasca. Il ritmo pare molto sincopato all'inizio, poi, progressivamente diventa più regolare, terminando con quella frattura finale su un basso sempre più scuro e minaccioso. L'ultimo movimento è il più lirico, secondo me - quello che preferisco, peraltro - con la tromba che dialoga con gli archi comunicando una sensazione di desolazione. Il crescendo finale è drammatico e non chiude il pezzo. Resta una decisa sensazione di sospensione (sembrerebbe una settima di dominante che non risolve - non so se si può dire così). Tutto il brano racconta una storia che, dopo il dolore drammmatico della morte, sfuma nella nostalgia per quelli che non ce l'hanno fatta. Grazie per averla condivisa con me. Mi piacerebbe sapere che ne pensano le altre persone che la hanno ascoltata".
[...]
Mauro De Martini
Torna a "Migranti"
"Ho ascoltato la tua musica, che trovo molto bella ed evocativa. In particolare mi piace l'inizio, in cui l'atmosfera è subito coinvolgente. Tutto il brano mi sembra giocato sul dialogo cetra, cetre in eco, solo/molti, proposta/risposte. Sembra quasi che sia la cetra a mettere in risonanza la fonte, l'acqua, la natura... L'eco (gli echi) e la componente spaziale del suono è l'altro aspetto che mi colpisce. E'un brano "tridimensionale". Trovo estremamente lirico il canto finale. Stupenda melodia. Dolce la parte finale. Quello che dici sulla sensualità porta la mia attenzione sull'inizio della poesia, prima che l'aedo inizi a narrare. E' un inizio bellissimo...
[...]
10 dicembre 2017