Questo libro è stato pubblicato a Milano dall’Editore Il Saggiatore nel marzo del 1979. L’edizione elettronica qui presentata è conforme all’edizione a stampa. Data di immissione: aprile 1998. Di esso puoi vedere l'indice e ritirare l'opera intera in formato PDF.

 

 

iconElementi di una dottrina dell'esperienza (931.95 kB)(pp. 304)

 

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Maria Sinatra: Recensione "Elementi di una dottrina dell'esperienza"

Sergio Moravia: La fenomenologia è viva

Roberto Miraglia: La filosofia dell'esperienza di Giovanni Piana

 

 


Elementi di una dottrina dell’esperienza

Saggio di filosofia fenomenologica



Dedico questo libro
alla memoria
di Enzo Paci

I n d i c e

Premessa



Capitolo primo

La percezione

Capitolo secondo

Il ricordo

Capitolo terzo

L’immaginazione

Capitolo quarto

Il pensiero


Capitolo primo

La percezione

1. A che titolo la percezione viene di solito in questione nella filosofia. La percezione come «fonte di conoscenze». – Distinzione tra percepire e constatare.

2. Conseguenze di questa distinzione: l’autonomia della tematica della percezione rispetto al problema della conoscenza.

3. «Esperienza» in un’accezione ristretta ed in un’accezione lata.

4. Fenomeni e cose in sé. – Critica del fenomenismo. – Immagini e raffigurazioni.

5. Le sintesi che conducono al costituirsi all’interno dei decorsi percettivi di unità identiche di riferimento. – Irrilevanza, ai fini di questo problema, della sussistenza effettiva dell’oggetto.

6. Nel percepire non si formulano opinioni né si traggono conclusioni. – Accenno critico verso la tendenza logicizzante nell’ambito della dottrina dell’esperienza. – Le cose della percezione non sono «entità inferite».

7. Spiegazioni intorno alle sintesi percettive come sintesi passive.

8. Approfondimento della critica nei confronti del fenomenismo mediante la discussione di un’argomentazione di Hume: come faccio a sapere che c’è ancora una parete alle mie spalle.

9. Sintesi percettive e considerazioni temporali: illustrazione del «diagramma del tempo» di Husserl.

10. Condizioni formali e fondamento contenutistico delle sintesi.

11. Digressione: il richiamo alla storicità dell’esperienza e i modi in cui può essere inteso.

12. Lo stesso problema orientato in un altro senso.

13. Tematica del fondamento contenutistico delle sintesi. – L’interdipendenza delle parti negli interi percettivi.

14. Chiarimenti intorno all’idea di totalità «organica».

15. L’«associazione» e le sue regole.

16. Ripresa del tema dell’immagine nel senso di raffigurazione. – Ciò che caratterizza l’immagine è il prodursi di un effetto raffigurativo. – Immagini e contrassegni. – Proposta di uno schema riassuntivo


Capitolo secondo

Il ricordo

l. Alcuni strani problemi in rapporto al ricordo. – Critica di un approccio introspettivo.

2. Determinazione dell’accezione di «ricordo» qui in questione. Rievocazione e ritenzione.

3. Il riapparire del passato nel ricordo. Costruzione di un enigma. – Soluzione dell’enigma attraverso l’analogia con le raffigurazioni. – Critica: non vi sono «idee della memoria» ma solo cose che si ricordano. – L’immediatezza del ricordo: i ricordi non sono raffigurazioni; e nemmeno documentazioni. – I nostri ricordi e l’enfasi dell’interiorità.

4. La connotazione temporale del ricordo. – In che senso possiamo dire che il ricordo è meramente riproduttivo.

5. La certezza dei ricordi. – Distinzione tra una considerazione interna ed una considerazione esterna. – La percezione e il ricordo in rapporto al problema della certezza. – Che cosa vede, in realtà, chi vede una nave lontana.

6. L’evanescenza del ricordo. – Costituzione del passato nel movimento dell’oblio. – Il passato come oscurità e inerzia.

7. Tematica del ridestamento. – I motivi interni del ricordo. – Catene di ricordi.

8. Ricordi che ci appaiono immotivati. – Ma il motivo potrebbe non essere palese. – La coscienza come «flusso» dì esperienze. – Modo erroneo di impiego di questa immagine. – La nozione di catena deve poter essere applicata ad ogni processo dell’esperienza in genere. – La domanda sui motivi del ricordo ha sempre senso.

9. Tematica delle sintesi inconscie.

10. La distanza del passato nel ricordo. – L’urgenza del passato. – Il passato come orizzonte di senso del presente.

11. Il problema delle «abitualità percettive». – Sua riconduzione alla tematica delle attese passive. – Avviamento alla discussione sulla formazione di anticipazioni percettive contenutisticamente determinate.

12. Riflessioni sul movimento di una pallina. – Le attese e la loro progressiva selezione. – Il passato proietta nel futuro la propria immagine.

13. Sviluppo delle considerazioni precedenti in rapporto al problema della formazione di abitualità. – Elaborazione di uno schema interpretativo.

14. Confutazione della tesi fondamentale dell’empirismo.

15. Attese passive e giudizi di previsione. – Il problema di una teoria dei giudizi di probabilità fondata su principi evidenti.

Capitolo terzo

L’immaginazione

l. Primo avviamento alla tematica dell’immaginazione mediante la determinazione di alcune caratteristiche notevoli dei contenuti immaginativi. Nell’immaginazione non si possono commettere errori. – L’immaginare non è avere impressioni in qualche modo simili alle impressioni visive.

2. Un possibile equivoco nell’impiego del termine «immaginario». – In che modo, nell’immaginazione si pone il problema dell’inesistenza dell’oggetto. – La neutralizzazione delle posizioni d’essere e l’eterogeneità dei contenuti immaginativi.

3. Osservazioni integrative: l’immaginare e le anticipazioni della percezione. – L’immaginazione non è la «facoltà del futuro». – Immaginare e supporre.

4. L’acontestualità dell’immaginazione. – Confronto con la struttura sintetica della percezione. – La fantasia come essenza dell’immaginazione.

5. Acontestualità e indeterminazione temporale.

6. Il problema dell’individuazione nel campo dell’immaginazione. – Breve discussione sulle nozioni di eguaglianza e di identità. L’eguaglianza come grado estremo della somiglianza.

7. L’identità e il principio di individuazione. – Gli individui immaginari non sono individui autentici.

8. Digressione: critica delle posizioni di Sartre.

9. Passaggio ad un nuovo ambito di problemi: l’immaginosità dell’immaginazione. – Una diversa accezione del termine «immagine». – Richiamo all’associazione delle idee. – Introduzione della nozione di sintesi immaginativa.

10. Le cose della percezione in quanto sono vissute secondo una piega immaginativa.

11. La funzione valorizzante dell’immaginazione.

12. La nozione dell’unità e del contrasto immaginativo. – Equivalenza e polivalenza di valori immaginativi. – Le anticipazioni dell’immaginazione.

13. Riconsiderazione della tematica delle sintesi immaginative in rapporto al problema del simbolismo. – Una prima accezione del termine «simbolo». – La differenza rispetto ai contrassegni ed alle raffigurazioni.

14. I valori immaginativi come «simboli» in una seconda accezione.

15. Digressione: la nozione di simbolo in Freud.

16. Confronto con Jung.

17. Valorizzazione immaginativa e tematica dell’espressività.

18. I pensieri che orientano l’immaginazione. – Alle spalle dell’immaginazione vi debbono essere altre istanze. – Discussione di un esempio: le suggestioni immaginative del punto. – Kandinsky e Klee.

19. Le opere dell’immaginazione ci dànno da pensare.

Capitolo quarto

Il pensiero


l. Pensare e fare ragionamenti. – Concatenare pensieri. – Il pensiero e la proposizione. – In che modo deve essere inteso il richiamo al linguaggio.

2. Tra il pensiero e l’esperienza vi sono connessioni. – L’autonomia del pensiero. – Vari modi di intendere questa autonoma. – Perché in rapporto a questo problema, qualcosa ci attrae in un atteggiamento di tipo empiristico.

3. La problematica della base esperienziale dei concetti. – Un esempio tratto dalla Filosofia dell’aritmetica di Husserl: il concetto di numero.

4. Numero e molteplicità. – Il numero come concetto formale o categoria. – La nozione di collegamento collettivo e la sua interpretazione psicologistica.

5. Spiegazioni intorno alla formula proposta da Husserl per indicare la nozione di molteplicità. – Necessità di distinguere tra un piano pre-aritmetico e l’aritmetica «vera e propria». – Conseguenze di questa distinzione. – Operazioni pre-aritmetiche e operazioni di calcolo.

6. Il senso della polemica contro le definizioni e la critica nei confronti di Frege.

7. L’abbandono del punto di vista psicologistico e il ripresentarsi del problema dell’origine sul terreno «fenomenologico». – La proposizione come filo conduttore per un’indagine intorno alle operazioni del pensiero. – La distinzione tra soggetto e predicato. – Esempi di discussioni che conducono ad un vicolo cieco. – Il falso problema delle compromissioni ontologiche.

8. Che cosa una proposizione non è. – Introduzione della nozione di rappresentazione strutturale. – Raffigurazioni, contrassegni e rappresentazioni strutturali. – La proposizione non è una particolare specie di rappresentazione strutturale. – Perciò il fatto sorge con la proposizione.

9. Passaggio all’esposizione di alcuni temi di Esperienza e giudizio. – La struttura dell’osservare in quanto in esso si effettuano constatazioni. – I processi di esplicitazione e la distinzione tra sostrato e determinazione. – Ribaltamento sul terreno predicativo.

10. Risposta alla domanda se vi siano veramente le cose e le loro proprietà. Considerazioni sulle nozioni di molteplicità e di oggetto semplice.

11. Risposta alla domanda se vi siano veramente le relazioni.

12. Ciò che si tenta. di fare è una vera e propria «deduzione delle categorie», dall’esperienza al giudizio. – La congiunzione e l’ecceterazione come esempi di «sintesi intellettuali».

13. La modificazione «attributiva» della proposizione. – Interpretazione dei «giudizi di identità».

14. Tematica delle modalizzazioni.



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