Remo Bodei

Questa nota è stata pubblicata su “L’unità” il 10 agosto 1988.

 


 

       L’autore –  già allievo di Enzo Paci, studioso di Husserl e di Wittgenstein e professore di filosofia teoretica all’Università di milano –  è anche uno dei più acuti e originali filosofi italiani. Ma, per quanto goda di una meritata stima tra i colleghi e gli studenti, il suo temperamento riservato e lo stile sobrio, “cosale” e argomentativo, non hanno contribuito a renderlo noto ad un pubblico più ampio.
      La notte dei lampi (il titolo allude ad un’espressione di Breton) è il tentativo di tracciare una teoria dell’immaginazione non solo attraverso l’opera di Bachelard e di Cassirer, ma anche attraverso alcune penetranti analisi fenomenologiche della “grammatica” dei colori e dei suoni che riprende temi goethiani, e dell’immagine del “luogo” in cui vengono dapprima riesaminati aspetti della Fisica di Aristotele per spostare poi l’accento del concetto di “luogo” a quello di “forma” e di “spazio suddiviso”.
     Diversamente da Bachelard, che pensava all’immaginazione come a una “funzione dell’irreale” essa è invece concepita da Piana come “raccolta dell’eterogeneo” rispetto alla realtà. Non appare dunque opposta ad essa, anzi è propriamente una “realtà parallela”, un’attività in grado di costruire mondi dotati di una cdaratteristica doppiezza e ambiguità. Come ben si vede nel caso dei miti e delle religioni, l’immaginazione ha anche il compito di valorizzare ulteriormente quanto ha già avuto valore nell’ambito dell’esperienza umana. Essa opera così, ponendo l’evento significativo su un altro piano, segregato dall’amboito della percezione e sottraendolo alle comuni leggi fisiche. Piana evita di contrapporre l’immaginazione alla realtà e la poesia alla scienza, mostrando come anche l’immaginazione contribuisca a risolvere problemi scientifici e pratici”.

Remo Bodei


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Interviste di Remo Bodei della Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche della RAI

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