Luigi De Francesco

 

 


Musicista e didatta. Per oltre un trentennio è stato docente in Conservatorio di Storia della musica e di Storia del teatro musicale. Per alcuni anni ha ricoperto anche la cattedra di Pedagogia generale e di Pedagogia della musica per la didattica. Laureato in Pedagogia e diplomato in Canto, ha studiato anche Canto corale, Composizione e Direzione d’Orchestra, dedicandosi per molti anni sia alla direzione orchestrale che a quella corale. È stato docente di Linguaggi Verbali e non Verbali, Iconici ed Espressivi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università della Calabria, per la quale ha tenuto alcuni Master sui Laboratori Musicali. E' stato per circa un decennio Commissario Ministeriale presso gli Istituti Musicali di Lugo di Romagna, Ravenna, Ceglie Messapica, Taranto, Teramo e Gallarate. Studioso delle più importanti metodologie della musica, è docente abilitato nella Metodologia Kodaly e nel Metodo Suzuki, di cui è docente per la Ritmica strumentale. Attualmente (2018) è docente presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Tchaikovsky” per i Master di Musicoterapia e di Direzione Artistica


A proposito di "Mille cetre"

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"Ho ascoltato con attenzione e grande ammirazione la tua interessantissima "Mille Cetre". Il brano crea immediatamente un'atmosfera di attesa e di sospensione del tempo, che ti pervade e ti accompagna, dall'inizio alla fine. Spazi immensi, descritti con sonorità quasi ancestrali. Il regno animale e quello vegetale che si palesano, che ti parlano e ti raccontano il loro mondo, mescolandosi spesso ad atmosfere da sogno, a volte da incubo, che si dissolvono e si ricompongono quasi subito.Il regno animale fa da sfondo e descrive strani esseri, dai versi a volte rassicuranti altre volte inquietanti che ben raccontano il folto bosco di antiche roveri; e in queste atmosfere anch'io "sentii come il frusciare in tanto di mille cetre". E al suono delle tue mille cetre mi piace avvertire lo scorrere delle acque e della natura e degli animali e del tempo infinito che mi riconcilia con la vita, in circolo, quasi perpetua, quasi perenne, quasi senza tempo, quasi… eterna

Ho inoltre apprezzato la sperimentazione di "possibilità  impossibili" se non attraverso il saggio e creativo uso del computer e ti spingo a continuare su questa linea compositiva e sull'uso creativo e descrittivo delle tante sonorità che questo mezzo offre, ma solo a chi ha sensibilità e cultura vera".

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L.D.F

23 dicembre 2017


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