Serenata alla fanciulla dai capelli di lino per violino, flauto, fagotto e pianoforte (2015)

 



 

Presentazione

Vorrei dire in due parole come è sorto questo brano. Tutto è molto semplice. Mi sono innamorato della fanciulla dai capelli di lino  - sì proprio di lei. Si racconta che Debussy non fosse per nulla interessato ai titoli dei propri Preludes, e che affidasse agli amici il compito di dargli dei suggerimenti che egli avrebbe accettato senza discutere. Ecco un’altra favola dell’ideologia formalistica in musica che propone come un caso quelle bellissime titolature, forse le più belle della storia della musica. Desidero anche precisare che, curiosamente, in questo mio progetto non ho affatto pensato che il pezzo successivo dei Preludes si intitola Serenade interrompue, e la mia serenata non ha niente a che fare con quella. E' accaduto invece che questa fanciulla eterea, tutta e soltanto musicale, ha preso per me un corpo e  di lei mi sono innamorato. E che cosa di meglio avrei potuto farle di una serenata?
Così ho fatto. Ma certo questa serenata è ben lontana dalla forma colta e raffinata che ha assunto, ad esempio, in Mozart. O dalla semplice e popolaresca passione delle serenate sotto la luna di Napoli. E’ una serenata musicale per una fanciulla puramente musicale. Che si affaccia alla finestra ed ascolta quelle parole che sono, comunque, parole d’amore; e che in qualche modo la rimodellano, perché vogliono possederla.
La mia Serenata nasce naturalmente da quel Preludio, perché esso è rimasto alla base di improvvisazioni più o meno lunghe che sono state registrate direttamente, con la sola timbrica pianistica, sulle tracce di un Sequencer. E dopo di ciò variamente sovrapposte. Il risultato? Naturalmente, un guazzabuglio. Ma io non considero già lavoro compositivo quello di improvvisare alla tastiera e di sovrapporre eventualmente le improvvisazioni realizzate. Questo non è altro che lavoro preliminare, quasi una raccolta lungo un fiume di fango e creta per farne un vaso. E quando comincia il lavoro compositivo effettivo? Quando guardo con attenzione in quel guazzabuglio e vedo ciò che deve essere separato, distinto, conservato o buttato. Allora a poco a poco si intravedono linee e forme: ora sì, ecco che il lavoro compositivo è veramente cominciato.
Naturalmente a questo punto bisogna aver già deciso le timbriche adatte, questo è forse il primo passo per andare dal guazzabuglio verso un qualche ordine. In questo caso, ho esitato molto nel mantenere il pianoforte, strumento così lontano dalle serenate, ma stranamente non ho potuto farne a meno. Dico stranamente, perché anche al di là di un pensiero formalmente compiuto come era certamente quello tonale, anche per le strutture “deboli” a cui si affida la maggior parte delle mie composizioni, vi è una voce interiore che ogni tanto ti avverte: questo assolutamente no! Oppure: questo va bene. Anzi: benissimo. Persino l’arpa, tipico strumento debussiano, non è riuscita ad inserirsi in questo brano  mentre quella nota sospesa, e inattesa, del pianoforte interrompendo ma anche proseguendo il melodizzare del violino mi sembra integrarsi con lo spirito complessivo del brano, mettendo per lo più da parte le sue capacità armoniche e impoverendo la sua presenza, normalmente imponente nei complessi a tre o quattro strumenti. Ma anche il contrappunto è povero! Tutto qui è esile ed evocativo, e tenuemente invoca che la musica-fanciulla si affacci alla finestra, ed ascolti la serenata del musicista innamorato.


Serenata alla fanciulla dai capelli di lino (25 MB - Formato FLAC)

icon Partitura della Serenata alla fanciulla dai capelli di lino (182.86 kB)

Questo brano è stato eseguito in concerto-saggio degli allievi del compositore Biagio Putignano e dagli strumentisti dell'Ensemble Musikosine presso l'Associazione "Domenico Sarro" a Trani   il 27 giugno 2015.

Il concerto di Trani

Commenti

Mauro De Martini

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Fausto Petrella

Nicola Pedone

Carlo Alessandro Landini